sono Rita la conoscente di papà, ci conosciamo da tanti anni perchè il lavoro e il sindacato ci hanno fatto venire in contatto, ho scoperto con enorme gioia, rincontrandolo un pò di tempo fa, che suo figlio era presidente di una Associazione onlus che cerca di regalare briciole di vita, di serenità, di necessità a chi, nella vita è stato più sfortunato di altri, sai, mi ha colpito molto il fatto che in un mondo, ormai perso nel grande desiderio dell'apparire, un giovane come te vive nella consapevolezza dell'amore e del dono e quindi dell'essere!!! Per i miei studi di antropologia mi ha entusiasmato il bel libro che avete pubblicato "Servire qualcosa di buono",il cibo è cultura, storia, fratellanza, quando si spezza il pane, non solo il pane ha la sua storia, la sua tradizione, la sua antica ricetta, ma la sua forza vera è nello "spezzare per condividere", si può entrare in contatto con persone che non parlano la nostra stessa lingua stando attorno ad una pentola fumante, si può entrare in contatto con ogni essere umano accettando il cibo ed offrendolo, il cibo è veicolo di vita e chi dona cibo dona vita, per questo mi è piaciuta l'idea delle ricette,non dimentichiamo mai che mangiare insieme è un grande atto di amore!
Sarebbe bello per il futuro mettere in cantiere un altro libro magari di ricette regionali o tipiche di paesi lontani, cercando il minimo comune denominatore, forse scopriremmo che siamo tutti molto più simili di quanto non pensiamo e percepiamo, sembra una banalità ma una melanzana o un peperone a volte possono essere la chiave per parlare ed entrare in contatto con chi sembra lontano.
Caro Pino, ti avevo scritto appena letto il libro, ma ho saputo che il messeggio non è mai arrivato, ci riprovo oggi dall'ufficio, sono contenta di aver scoperto quante briciole ci sono che possono e vogliono diventare sostentamento.
Un caro saluto Rita
